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è labile quel verbo
che associo al tuo sorriso nero
-nel tempo conteremo-
o su chi
conteremo- intendevi
con il testo a fronte
e dove ti presenti, ancora più nuda
più bianca dell’avorio tagliato

sono [nome cognome], giornalista blogger
secondo me, un fingitore è meglio uomo
se tra le idee che ci sono, e che ritengo interessanti
e non è poco, è lui che accendo con la lingua
dentro l’orecchio

calò in un brivido, tutto il tuo segreto
ancora più nuda
più bianca dell’avorio tagliato

 

a ricordo

 Fausto Torre - 21/07/2016 20:46:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Lig E. Norant, mi accorgo soltanto ora del tuo intervento: non ho la notifica, oppure devo controllare bene, che non sia finita nel posto sbagliato.
Resto sempre di più senza parole, perché se è vero che in me da anni si muove una ricerca espressiva a volte anche esasperata, è altrettanto vero che sarei già soddisfatto di un solo verso felice. Io non sono in grado di capire se nei miei testi ci sia tutto quello che hai visto, ma ti assicuro che è bello potersi illudere ogni tanto...
Grazie di cuore.

 Lig E. Norant - 21/07/2016 06:35:00 [ leggi altri commenti di Lig E. Norant » ]

L’esperienza del bello come godimento soggettivo di una percezione estetica, che precede ovvero in solitudine di approccio, la correlatività di quello con la verità, nel senso di argomentatività logico-razionale; ma è questa bellezza - appunto ancora non spiegata con gli argomenti della ragione conduttiva alla verità, che rapisce all’ordine del discorso e sazia, ancorché di surrogati modi, la sete di divino che urge in noi.
Un senso di completezza testuale da cui traspare la regia intellertuale di un autore capace, caparbio e umile, che persegue nell’opera poetica l’esprimibile del l’indicibile, mai dimenticando l’alta dignità della triunidiade in gioco: autore- lettore-posia.
Paesaggi letterali di stupore:
"labile-verbo"; " più nuda/più bianca dell’avorio tagliato"; "la lingua dentro l’orecchio", che io interpreto come l’ascolto di ogni declamazione.
Per chiudere: siamo in presenza di una produzione interessante per esiti e motivi di ricerca, contiene il sentimento come causa prima, per ampliare lo spazio verbale all’osservazione e riflessione del dirsi poetico, in un darsi selettivamente accolto nell’ispirazione, che pure rimane l’ultima istanza, cui si offre la resa di ogni spiegazione e vocazione alla poesia.
Credo di aver sragionato non poco, abbiate clemenza con le mie convinte opinioni.





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